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Ipotesi COVID-19 made in China


Appurato che vi siano elementi per non escludere a priori la possibilità che il COVID-19 possa avere un’origine antropica, prendiamo in esame la prima delle teorie che sono state avanzate in merito, cioè la possibilità che sia un virus fuoriuscito da un laboratorio biologico cinese, anche perché questa è la tesi sostenuta da diversi politici statunitensi, come il senatore Tom Cotton [21], per questo pure accusato di xenofobia. Segue una cronologia riassuntiva degli eventi principali che sono correlati a questa ipotesi.


13/06/2012 – Un uomo saudita di 60 anni viene ricoverato in un ospedale privato a Jeddah in Arabia Saudita con sintomi febbrili e insufficienza respiratoria. Il virologo egiziano Ali Mohamed Zaki isola e identifica l’agente causale come un nuovo tipo di coronavirus riconducibile a quello che poi verrà denominato MERS-CoV (Middle East respiratory syndrome coronavirus), il secondo coronavirus in grado di far dichiarare un’emergenza sanitaria globale. Questo campione di coronavirus viene inviato a Rotterdam per essere analizzato da Ron Fouchier dell’Erasmus Medical Center.


04/05/2013 – Lo stesso campione di coronavirus esaminato da Fouchier viene acquistato dal famoso biologo Frank Plummer, direttore scientifico del National Microbiology Laboratory (NML) a Winnipeg in Canada, per ricerche su quali specie animali possano essere infettate dal virus. Questo istituto è all’avanguardia per lo studio dei coronavirus, avendo isolato per primo la sequenza del genoma del virus della SARS e di un altro denominato NL63.


31/05/2015 – Viene inaugurato il primo laboratorio biologico cinese con livello di biocontenimento massimo (BioSafety Level 4, BSL-4) presso il Wuhan Institute of Virology, nella provincia di Hubei. La struttura è finanziata dal National Health and Family Planning Commission of PRC e dalla Chinese Academy of Sciences ed è progettata in partnership con la Francia, in base al trattato di cooperazione sino-francese del 2004, stipulato dopo la diffusione della SARS.


Gennaio/2017 – Dopo due anni di test e autorizzazioni, il BSL-4 di Wuhan supera una serie di valutazioni e viene certificato come conforme al più alto standard di biosicurezza da parte delle autorità cinesi.


22/02/2017 – Esce un reportage sul BSL-4 di Wuhan sulla prestigiosa rivista scientifica Nature che mostra diffidenza sulla sicurezza di questa nuova struttura: <Alcuni scienziati al di fuori della Cina si preoccupano della fuga di agenti patogeni e dell'aggiunta di una dimensione biologica alle tensioni geopolitiche tra Cina e altre nazioni> [22]. La SARS è già sfuggita da strutture di biocontenimento a Pechino e si sollevano dubbi sulla diffusione in una società gerarchica di quella cultura aperta e trasparente che è considerata necessaria per la gestione di un laboratorio così pericoloso.


Agosto/2017 – Il National Health Commission of China approva ricerche su Ebola, Nipah e la febbre emorragica Crimea-Congo presso il BSL-4 di Wuhan.


Marzo/2019 – Un pacchetto di patogeni letali giunge al BSL-4 di Wuhan proprio dal citato National Microbiology Laboratory (NML) di Winnipeg. L’evento causa uno scandalo tra gli esperti di biowarfare e si apre una inchiesta in quanto quei virus sono considerati una potenziale arma biologica. Sospetti ricadono sugli scienziati cinesi Xiangguo Qiu e Keding Cheng, coniugi, che lavorano da tempo presso il NML. La coppia è accusata di essere responsabile dell’infiltrazione nell’istituto canadese di molti studenti cinesi, che sarebbero agenti di istituti militari legati alla guerra biologica cinese, cioè l’Institute of Military Veterinary, il Chinese Center for Disease Control and Prevention, il Wuhan Institute of Virology e l’Institute of Microbiology. L’inchiesta sul sospetto operato dei coniugi cinesi porta all’espulsione dal NML di un gruppo di virologi cinesi nel luglio del 2019.


05/05/2019 – Comincia un programma di formazione presso il BSL-4 di Wuhan, evidentemente carente di personale qualificato a lavorare in un contesto così specialistico e unico nel paese.


17/11/2019 – Viene diagnosticato il primo caso di nuovo virus, è l’inizio ufficiale dell’epidemia con epicentro al Huanan Seafood Wholesale Market, che dista solo pochi chilometri dal Wuhan Institute of Virology. Il 31/12/2019 arriva la segnalazione alla World Health Organization e il 07/01/2020 il virus viene identificato come un nuovo tipo di coronavirus, battezzato inizialmente 2019-nCoV.



Considerando solo questa breve sequenza di eventi viene quasi automatico condividere la narrazione di un paese che ha provocato una pandemia globale a causa di una conclamata incapacità di gestire patogeni. Non persiste nemmeno il motivo di eccessiva reticenza nell’accettazione di una teoria nemmeno da parte dei più conformisti, in quanto questa è diffusa anche in ambito accademico. Prendiamo per esempio il clamoroso paper “The possible origins of 2019-nCoV coronavirus” redatto per giunta da scienziati cinesi del South China University of Technology, ma velocemente censurato. È ora possibile consultarne l’abstract solo su siti di backup: <abbiamo brevemente esaminato le storie dei laboratori e proposto che il coronavirus probabilmente abbia avuto origine da un laboratorio. La nostra proposta prevede un'origine alternativa del coronavirus, oltre a ricombinazione naturale e ospite intermedio> [23].


In merito torna curiosamente utile il discusso TGR Leonardo, che, ricordiamo, rimane praticamente l’unico programma scientifico del palinsensto italiano. Mentre tutti i ligi scientisti italiani puntano il dito contro i “complottisti” e “diffusori di fake news” che hanno speculato sul servizio del TGR Leonardo del 16/11/2015 riguardante un coronavirus differente, nessuno sembra essersi accorto che nel ben più recente TGR Leonardo del 17/02/2020 (anche questo ora non più visibile sul sito ufficiale) si parli esplicitamente di “covid-19 sfuggito dal laboratorio”: <quella che era stata ritenuta una teoria fantascientifica sembra sempre più attendibile, il nuovo coronavirus sarebbe sfuggito da un laboratorio di Wuhan. […] Soltanto 300 metri più in là rispetto al mercato del pesce di Wuhan, indicato come origine dell’epidemia Covid-19, c’è il centro di Wuhan per il controllo e la prevenzione delle malattie. E qui, in alcuni laboratori vengono tenuti animali infetti proprio per studiarne le malattie. […] Tra questi anche 600 pipistrelli. Lo spiegano due biologi della South China University of Technology, in un rapporto nel quale si descrive come uno dei ricercatori sia stato attaccato da uno di questi pipistrelli, venendo a contatto con sangue e urina dell’animale e che, proprio per questo, il ricercatore si era messo in quarantena volontaria per due settimane dopo l’incidente. Si parla anche di una zecca viva sui pipistrelli, possibile veicolo di infezione> [24].


P.S: Ci sarebbe da aggiungere alla cronologia degli eventi un triste episodio che riguarda uno dei protagonisti chiave di questa vicenda. Il noto microbiologo canadese Francis Allan Plummer, famoso per le sue ricerche sull’HIV e direttore del National Microbiology Laboratory da cui sono partiti i patogeni in direzione Wuhan, è morto improvvisamente il 4 febbraio 2020 a Nairobi in Kenya, durante un evento organizzato dalla University of Manitoba di cui era professore. La causa di morte ufficiale è l’arresto cardiaco, ma le circostanze non sono state chiarite.


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