Gradi e gerarchie carbonare
L’organizzazione Carboneria (anche Ordine Carbonico) era strettamente piramidale come quella massonica, regolata dall’alto, quindi gerarchica, verticale, con gradualismo iniziatico e senza comunicazione trasversale. L’iniziazione alla Carboneria si compiva, come in tutte le sette, con veri e propri riti che avevano del simbolico, del misterioso e insieme del pauroso.Lo Statuto era composto da sei articoli (dall’"Antologia del Risorgimento italiano" di Ernesto Lama):
Art.1 – Tutti i Carbonari si chiamano Buoni Cugini; di qualunque paese essi siano, e dovunque trovinsi, sono sempre membri dell’ordine cui appartengono, e fanno parte integrale della società, poiché la Carboneria forma una sola famiglia, essendo unico l’oggetto a cui tende.
Art.2. – La Carboneria è un ordine che ha per oggetto la perfezione della società civile.
Art.3. – In qualunque paese dove esistono dieci Buoni Cugini Carbonari alla meno, potrà installarsi una vendita regolare.
Art.4. – La vendita non è altro che la riunione dei buoni cugini Carbonari.
Art.5. – La vendita adotta un titolo distintivo, ed il suo paese assume il titolo di Ordine: tutte travagliano (operano) sotto gli auspici del glorioso S. Teobaldo, la cui festa si celebra il 1° luglio.
Art.6. – Ogni vendita di qualunque grado avrà indispensabilmente sette dignitari, cioè Gran Maestro, primo assistente, secondo assistente, oratore, segretario, tesoriere, archivista. Possano avere degli ufficiali, che saranno in appresso nominati. I primi tre dignitari si chiamano Luci.
Le regole base erano le seguenti:
Art. I. La società è formata per la necessaria distruzione di tutti i Governi della Penisola e per la formazione di un solo Stato sotto un Governo Repubblicano.
Art. II. Avendo sperimentato gli orribili mali del potere assoluto e quelli ancor maggiori delle monarchie costituzionali, noi dobbiamo lavorare per fondare una Repubblica, una e indivisibile.
Art. XXX. Quelli che non obbediscono agli ordini della società segreta, o quelli che riveleranno i suoi misteri, devono essere pugnalati senza alcuna pietà. Lo stesso castigo spetta ai traditori.
Art. XXXI. Il tribunale segreto pronuncerà la sentenza e sceglierà uno o due membri affiliati per la sua immediata esecuzione.
Art. XXXII. Chi si rifiuterà di eseguire la sentenza verrà considerato uno spergiuro e, come tale, dovrà essere ucciso sul posto.
Art. XXXIII. Se il colpevole fuggirà, egli dovrà essere inseguito senza tregua in ogni luogo, e dovrà essere abbattuto da una mano invisibile, anche se egli dovesse rifugiarsi in grembo a sua madre, oppure nei tabernacoli di Cristo.
Art. XXXIV. Ogni tribunale segreto deve essere competente non solo nel giudicare gli adepti colpevoli, ma anche nel far mettere a morte ogni persona che sia stata colpita da anatema.
Art. XXXIX. Gli ufficiali devono portare un pugnale di forma antica; i sotto-ufficiali e i soldati dovranno avere fucili e baionette, insieme ad un pugnale di lunghezza di un piede che dovrà essere appeso alla cintura, e sul quale essi dovranno fare il loro giuramento.
La massima segretezza era garantita da un fitto simbolismo con al centro il processo di “carbonizzazione”, cioè un processo purificativo di perfezionamento. Il misero mestiere del carbonaro era molto diffuso in Italia e offriva ottima copertura a tutte le loro attività.
Usavano un vocabolario cifrato in modo tale da non destare sospetti alle forze dell’ordine: il “carbone” alimentava il fuoco della libertà, la “baracca” era il luogo dove si adunavano i soci di primo grado, la “vendita” era l’equivalente della loggia, i “cugini” erano i carbonari, i “pagani” erano i nemici, i “lupi” i loro persecutori, l’ “apertura dei travagli” era il sinonimo del massonico di “apertura dei lavori” (oggi di uso comune), la “montagna” era la sede di una vendita importante, il “viaggio nella foresta” è un’esperienza nei pericoli della vita, il “viaggio nel fuoco” indica la purificazione, “acqua, terra, foglie e legname” sono i materiali che servono per costruire i “fornelli”, il “tronco” simboleggia tra l’altro il cielo e la rotondità della Terra, il “pannilino” significa purezza dei costumi, il colore “bleu” è il “fuoco” cioè la speranza, il “rosso” è la “fiamma” cioè la carità, il “nero” è il “carbone” e la fede, ecc…
Un altro carattere innovativo della carboneria era il fatto che potevano esserne membri anche esponenti del clero e le donne, dette Sorelle Giardiniere, come la nobile Cristina Trivulzio di Belgiojoso (1808-1871).
I gradi della carboneria erano originariamente quattro e cioè i comuni Apprendista, Maestro, Gran Maestro e Grande Eletto, poi diversificati nei vari riti con l’aggiunta dei gradi alti (nell’Italia meridionale arrivarono a nove). I gradi della massoneria del legno, pur essendo rigettati dalla massoneria andersoniana, sono stati accettati ufficialmente dalla massoneria speculativa nel 1762: il Cavaliere dell’Ascia Reale o Principe del Libano venne riconosciuto negli Alti Gradi, 23° grado del Rito di Memphis e 22° del Rito Scozzese Antico e Accettato e del Rito di Perfezione. Dopo ulteriori tentativi di unificazione come i Doveri dei Tagliatori o il corpus di Tours, per lo meno il riconoscimento dei gradi tra le due organizzazioni divenne totale, soprattutto per venire incontro alla grande spinta reazionaria carbonara e alla proibizione della massoneria. I confratelli poterono quindi entrare liberamente nella carboneria nella quale gli venivano riconosciuti i gradi conseguiti nella massoneria, allo stesso modo i buoni cugini potevano intraprendere il percorso inverso.
Il 1° grado dell’Apprendista ripercorreva la metafora del novizio “pagano” che, smarritosi nella foresta, va a cercare la luce nel Tempio della Virtù, dove viene spogliato dei metalli e sottoposto a interrogazione iniziatica. In seguito viene condotto a fare i tre viaggi simbolici, sottoposto a prove tendenti ad intimorirlo e infine condotto a prestare il giuramento, con il quale si impegna a mantenere il segreto pena la morte, a soccorrere ed aiutare i Cugini in difficoltà e ad essere sempre a disposizione dell’Ordine. A questo punto l’iniziato può assumere un nuovo nome scelto fra quelli della tradizione greco-romana (come in tutte le massonerie speculative) oppure fra i simboli di lotta contro la tirannide. Si arriva anche in questo caso al rituale di morte, rinascita e affratellamento simbolico con tutti i “cugini”. Nel primo grado si professano genericamente alcuni principi umanitari e attività filantropiche, impostati sulla morale e sulla religione tradizionale.
Il 2° grado del Maestro, detto “pitagorico”, era dedicato a tematiche quali la costituzione, l’indipendenza, la libertà e l’anti-dispotismo politico. Il rituale del secondo grado riprende parte del rito del grado diciottesimo massonico di rito scozzese di Sovrano Principe Rosa-Croce, che è imperniato sul sacrificio di Cristo. Alla simbologia cristiana del sacrificio e della fraternità si sovrappone quella del ciclo di morte e rinascita vegetale: foglie, terra, ceppo, ciocco, fascina, ascia, scala di legno… , dalle parole sacre del primo grado di impronta cristiana si passa alle parole di passo del secondo grado di impronta naturalistica tipo felce e ortica, piante usate per favorire la carbonizzazione. Il rituale è a volte chiaro, quando trasmette il progetto politico dell’ordine, a volte di più difficile interpretazione facendo uso di simboli polivalenti, per cui lo stesso simbolo o le stesse parole sacre “onore, virtù e probità”, assumono significati diversi nel procedere delle rivelazioni.
Il 3° grado del Grande Maestro, nato amministrativo come nella massoneria, diventa “comunista” operativo con la funzione di creare un regime di eguaglianza sociale nella forma politica della repubblica, che comportasse la spartizione delle terre e la promulgazione della legge agraria, attraverso la lotta contro la superstizione religiosa e il dispotismo del principe. Questo programma comunista, con l’obiettivo di una dittatura rivoluzionaria attraverso una organizzazione partitica, appare ripreso dai gradi superiori dell’esperienza degli Illuminati Bavaresi e dal programma del rivoluzionario francese Francois-Noël Babeuf (1760-1797) detto "Gracchus" e del compagno di carcere Filippo Buonarroti (1761-1837).
Il 4° grado del Grande Eletto presiedeva le Vendite Centrali costituita dai rappresentanti di venti Vendite. Allo stesso modo al di sopra delle Vendite Centrali vi era una Alta Vendita ed infine una Vendita Suprema. Il giuramento dei Grandi Eletti aveva la seguente formula: "Io giuro in presenza del Gran Maestro dell’Universo e del Grande Eletto, buon cugino, di impiegare tutti i momenti della mia esistenza a far trionfare i principi di libertà, di uguaglianza e di odio alla tirannia, che sono anima di tutte le azioni segrete e pubbliche della rispettabile Carboneria. Io prometto, se non è possibile di ristabilire il regime della libertà senza combattere, di farlo fino alla morte".
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