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La struttura degli Illuminati di Baviera

La “Costituzione” dell’Ordine degli Illuminati, recuperata sin dai tempi dei processi in Baviera alla fine del XVIII sec., riguardava principalmente l’organizzazione capillare della setta, più che il suo manifesto ideologico, ed era suddivisa nei seguenti capitoli: 1) Piano di governo generale dell'Ordine, 2) I reggenti, 3) Prefetti e superiori locali, 4) Provinciali, 5) Direttore nazionale, 6) Il generale dell’illuminismo, 7) Catena di comunicazione.


L’organizzazione della setta era simile a quella massonica, aveva struttura piramidale (da cui ne derivò anche il simbolo dell’Ordine degli Illuminati) e diversi gradi di iniziazione a cui corrispondeva una consapevolezza progressiva dei segreti della setta e un maggiore potere. La classe dei “Reggenti” creava la sovrastruttura a tutta la setta come descritto nella stessa Costituzione dell’Ordine:

1) Gli altissimi Superiori dell'Ordine illustre della “vera Framassoneria”, non si occupano immediatamente dei particolari dell'edificio. Essi formano nondimeno la nostra felicità, sia i lavori più importanti ai quali si dedicano per noi, sia i consigli, le lezioni, e le potenti risorse che ci forniscono.

2) Questi eccellenti e graziosi Superiori hanno stabilito una classe di massoni, ai quali confidano tutto il piano del nostro Ordine. Questa classe è quella dei Reggenti...

3) In questo piano i nostri Reggenti occupano le prime dignità. Senza questo grado non si può divenire Prefetto o Superiore locale.

4) Ogni paese ha il suo Superiore nazionale, il quale è in corrispondenza immediata coi nostri Padri, alla testa dei quali è un generale che tiene il timone dell'Ordine.

5) Sotto il Nazionale e i suoi Assistenti sono i Provinciali, che hanno ciascuno la loro cerchia, la loro provincia.

6) Ogni provinciale ha presso di sé i suoi Consultori.

7) Sotto di loro c’è ancora un certo numero di Prefetti, i quali possono pure avere i loro Coadiutori nei loro distretti. Tutti costoro, come anche il Decano della Provincia, appartengono alla classe dei Reggenti.

8) Tutte queste cariche sono a vita, eccettuati i casi di congedo e di destituzione.


Il percorso iniziatico era suddiviso in tre classi principali: i gradi inferiori del “Vivaio” (1. Fase preparatoria, 2. Novizio, 3. Minervale, 4. Illuminato Minore, 5. Magistrato), i gradi classici della “framassoneria simbolica” (6. Apprendista, 7. Confratello, 8. Maestro, 9a. Illuminato Maggiore, 9b. Illuminato Direttore) e i gradi superiori dei “Misteri” (10. Presbitero, Prete o Epopte, 11. Principe, 12. Mago, 13. Re). Molti studiosi degli Illuminati ritengono che i gradi superiori fossero direttamente connessi alla famiglia Rothschild, anche se non compare nessuno con tale nome negli indagati del processo di Baviera di cui sotto.


Uno degli aspetti più innovativi della cosiddetta “massoneria illuminata” era l’aggiunta dei tre gradi inferiori a cui potevano accedere un gran numero di adepti che in realtà non venivano iniziati ai veri segreti della setta, ma allo stesso tempo costituivano la parte più superficiale, visibile e strumentale dell’organizzazione stessa. L’apertura della setta alla “gente comune” permise di influenzare la società civile in tutte le sue classi. Questa caratteristica rimarrà la distinzione principale tra la tradizionale massoneria elitaria di tipo Inglese e quella più popolare e rivoluzionaria che poi si identificò principalmente nella massoneria del Grande Oriente. Un'altra novità di Weishaupt fu quella di coinvolgere anche le donne, fino a quel momento escluse dalle società segrete.


Il nucleo iniziale degli adepti doveva essere di 12 in analogia a Cristo e ai suoi apostoli, aspetto comune nelle società segrete di matrice anti-cristiana. Gli Illuminati adottarono soprannomi iniziatici attinti dal neo-classicismo pagano in voga in quel periodo (che era da loro stessi sostenuto). Weishaupt per esempio si faceva chiamare "Spartacus". Tra i primi adepti della setta c'erano alcuni studenti universitari di Weishaupt come Hertel Poltroon Mandl Massenhausen detto "Ajax", futuro consigliere a Monaco e che Weishaupt considerava come il suo “Pietro”, e Merz “Tiberius”, poi segretario dell'ambasciatore dell'Impero a Copenaghen. Altri adepti di rilievo furono Adolph Franz Friedrich Ludwid von Knigge "Philo" (1752-1796), Johann Joachim Christoph Bode "Aurelius" (1730-1793), Xavier Herr von Zwack "Cato", Christopher Nicolai "Lucian" (1733-1811), Canon Hertel "Marius", prof. Westenreider "Pythagoras", il Marchese di Constanza "Diomedes", il Barone von Schroeckenstein "Mohammed", il Barone von Mengenhofen "Sylla" e il Barone F. H. von Busche “Bayard”.


Anche ai luoghi simbolo vennero attribuiti dei soprannomi neo-classici: Monaco era "Atene" e diventò la sede principale dell'organizzazione, Ingoldstadt era "Efeso", Heidelberg "Utica", la Baviera "Acaia", Francoforte "Tebe", Suabia "Pannonia", Vienna "Roma".


La maggior parte dei membri appartenevano già ad altre società segrete e ricoprivano posizioni di prestigio nel clero, nella nobiltà, nella magistratura, nell’esercito e in ambito culturale. Proprio ai letterati veniva attribuita una preminenza ideologica strategica, come specificato negli articoli degli Alti Misteri degli Aerophagiti: <se fra i vostri Epopti vi sono dei genii più elevati, delle teste speculative, noi ne faremo i nostri Magi. Gli adepti di questo grado si occuperanno a raccogliere, a mettere in assetto i grandi sistemi filosofici, ed immagineranno, redigeranno pel popolo una religione che il nostro Ordine vuol al più presto dare all'universo>.


In seguito molti personaggi illustri si associarono all’Ordine degli Illuminati, come per esempio il duca Charles August sovrano di Sassonia-Weimar (1757-1828), il duca Ernst II sovrano di Sassonia-Gotha (1745-1804) e il duca Charles William Frederic di Brunswick (1735-1806), Federico II re di Prussia (1712-1786), Johann Christoph Friedrich von Schiller (1759-1805), il musicista Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) e soprattutto i principali letterati tedeschi dell’epoca: Johann Gottfried von Herder (1744-1803) e Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), soprannominato “Abaris”, di cui recentemente è stata rinvenuta la lettera con la richiesta di ammissione alla setta.


Le norme comportamentali che un Reggente degli Illuminati doveva seguire erano complesse e rigorose. In questo Weishaupt fu un esempio per tutti gli adepti e l’illuminato Xavier Zwack così lo descrisse: <nessuno mai seppe meglio di lui darsi l'aria d'un servitore zelante pel suo principe, per la sua patria e per la società, mentre cospirava contro il suo principe, contro la sua patria e contro la società>.


Segue una parte del "Codice degli Illuminati" (“Véritable Illuminé”), scritto da Adolph Knigge (traduzione di A. Barruel):

<I Reggenti Illuminati devono studiar l'arte di dominare, di governare senza apparire di averne l'idea (Die Regenten sollen die kunst studiren zu herrscken, ohne das ansehen davon zu haben). Sotto il velo dell'umiltà, ma d'una umiltà vera e franca fondata sopra il sentimento della propria debolezza e sopra la convinzione che tutta la loro forza viene dalla nostra unione, fa in modo che esercitino un impero assoluto ed illimitato (sollen sie unumgeschränkt regieren), e che tendano a dirigere le cose verso ciascun oggetto del nostro Ordine. Fa in modo che evitino una serietà pedantesca, ributtante e ridicola agli occhi dell'uomo saggio; fa in modo che diano essi medesimi l'esempio d'una rispettosa sottomissione verso i Superiori. Se hanno i vantaggi d'una nascita illustre, non saranno che più sottomessi ad un Superiore di umili natali. È consuetudine che la loro condotta vari secondo i soggetti, che siano il confidente dell'uno, il padre dell'altro, il discepolo di un terzo; rarissimamente Superiori severi ed inesorabili; ed anche allora facciano vedere quanto loro dispiace questa severità. Diranno, per esempio, che amerebbero meglio che l'Ordine avesse dato a qualche altro questa commissione dispiacevole. Diranno che loro rincresce di far la parte di maestro di scuola presso d'un uomo che da lungo tempo dovrebbe sapere condursi da se medesimo.

Senza alcun altro oggetto che quello di dare degli ordini misteriosi, si fa, per esempio, trovare in un albergo, sotto la salvietta d'un adepto, una lettera che si avrebbe potuto assai più comodamente fargli rimettere in casa. Nel tempo di fiere si comparisce nelle grandi città di commercio ora come mercante, ora come officiale, ora come sacerdote. Dovunque bisogna darsi l'importanza di un uomo straordinario, occupato in affari di gran rilievo, ma tutto ciò con finezza, senza aver l'aspetto fittizio, né quello d'un avventuriere; ben inteso che non si andrà a sostenere queste parti nelle città in cui si potesse essere esposti ai curiosi o alla polizia. Altre volte si scrivono degli ordini con un inchiostro chimico che dopo qualche tempo si cancella da se medesimo.

"Un Reggente deve, per quanto è possibile, nascondere a' suoi inferiori le sue debolezze, anche le sue malattie, i suoi disgusti, almeno non lasciar mai intendere i suoi lamenti.Qui l'articolo sulla maniera di ricercare l'appoggio delle donne, sull'arte che ogni Reggente deve studiare per saper adularle, guadagnarle e farle servire al grande oggetto dell'Illuminismo.

Conviene altresì guadagnar dovunque al nostro Ordine la massa del popolo. Il gran mezzo a ciò è l'influenza sulle scuole. Anche qui si riesce, or con delle liberalità, or colla munificenza; altre volte abbassandosi, facendosi popolare, soffrendo con cert'aria di pazienza i pregiudizii che a poco a poco si potranno in appresso sradicare.

Allorché ci si è impadroniti in qualche parte dall'autorità o del governo, si finge di non aver il minimo credito per non destare alcun sospetto a quelli che lavorassero contro di noi. Al contrario, laddove non potrete venire a capo di nulla, prenderete l'atteggiamento d'uomo che può tutto. Con ciò siamo temuti e ricercati e si fortifica il nostro partito.

Tutti gl'insuccessi o gli svantaggi dell'Ordine rimarranno sempre sepolti agli inferiori in un profondo segreto.

Tocca ai Reggenti il sovvenire ai bisogni dei confratelli ed il procurar loro i migliori impieghi dopo averne dato avviso al Provinciale.

I Reggenti faranno uno studio speciale di riserbo e discrezione nei loro discorsi, però senza aver niente che manifesti l'imbarazzo. Si danno pure delle occasioni in cui si affetta una certa capacità. Si prende allora d'aria d'un uomo a cui l'amicizia abbia fatto dire una parola di troppo. Questo può servire per provare gl'inferiori sull'abitudine del segreto. Altre volte si spargono tra i nostri certe cose che abbiamo interesse di far loro credere. Nelle circostanze dubbiose è sempre prescritto di consultare i Superiori per mezzo dei quibus licet.

Qualunque sia l'impiego di un Reggente nell'Ordine, raramente risponda alle domande degli inferiori di viva voce, ma quasi sempre in iscritto, per aver tempo di meditare od anche consultare su quanto deve rispondere.

I Reggenti s'occuperanno senza tregua di ciò che riguarda i grandi interessi dell'Ordine; delle operazioni di commercio o d'altre simili cose che possono dare incremento alla nostra forza. Essi manderanno ai Provinciali questa specie di affari. Se l'oggetto fosse urgente, gli daranno avviso in altra maniera che per i quibus licet, che loro non sarebbe permesso d'aprire.

Osserveranno la stessa regola per tutto ciò che ha un'influenza generale, allo scopo di trovare i mezzi per mettere in azione le nostre forze riunite.

Quando uno scrittore annuncia dei principii veri, ma che non entrano nel nostro Piano d'educazione per tutti, oppure dei principii la cui pubblicazione è prematura, bisogna cercare di guadagnare questo autore. Se non possiamo guadagnarlo e farne un adepto, bisogna diffamarlo.

Se un Reggente credesse di venir a capo di far sopprimere le case religiose e di devolvere i loro beni ai nostri fini, per esempio al mantenimento dei maestri di scuola convenienti per le campagne, queste specie di progetti saranno specialmente ben visti dai Superiori.

I Reggenti si daranno la stessa premura per cercare un piano solido per fondare delle casse in favore delle vedove dei nostri confratelli.

Una delle nostre più importanti sollecitudini deve essere anche quella di non lasciar trascorrere troppo oltre la servile venerazione del popolo per i Principi. Tutte quelle basse adulazioni non servono che a corrompere maggiormente gli uomini, per la maggior parte d'intelligenza molto debole. Voi stessi darete l'esempio della condotta che si ha da tenere a loro riguardo. Evitate la loro famigliarità; non vi confidate mai con loro; trattateli gentilmente, ma senza soggezione, affinché vi onorino e vi temano. Scrivete e parlate sul loro conto come su quello degli altri uomini, per insegnar loro che sono uomini come noi, e che tutta la loro autorità non è che un affare di pura convenzione (Eine unserer vornehmsten sorgen muss auch seyn, unter das volke sclavische Fürsten verehrung nicht zu hock steigen zu lassen, ecc.).

Quando fra i nostri adepti si trova un uomo di merito, ma poco conosciuto od anche dal pubblico interamente ignorato, niente si risparmi per elevarlo e per renderlo celebre. I nostri F... che non lo sanno sieno avvertiti di gonfiar le trombe della rinomanza dappertutto in suo favore, per costringere al silenzio l'invidia e la cabala.

La prova dei nostri principii e delle nostre scuole sovente si fa con migliore riuscita nei piccoli Stati. Gli abitanti delle capitali e delle città commerciali sono per la maggior parte troppo corrotti, troppo distratti dalle loro passioni, e d'altronde si credono troppo istruiti per sottomettersi alle nostre lezioni.

È pure utilissimo di mandare di tempo in tempo dei Visitatori, oppure di dar l'incarico ad un Reggente che viaggia di visitare le assemblee, di farsi mostrare i protocolli; di portarsi presso i F... per esaminare le loro carte, i loro giornali; per ricevere le loro lagnanze. Questi plenipotenziari presentandosi a nome dei Supremi Superiori potranno correggere molti errori, sopprimere arditamente degli abusi, che i Prefetti non hanno il coraggio di riformare, benché siano disposti a farlo per mezzo di questi Visitatori.

Se il nostro Ordine in qualche luogo non può stabilirsi con ogni forma e contrassegno delle nostre classi, bisogna supplirvi in altra forma. Abbiamo di mira lo scopo; qui sta l'essenziale; poco importa sotto qual velo, purché vi si riesca. Tuttavia sempre uno qualunque ne abbisogna; poiché la gran parte della nostra forza risiede nel segreto.

Bisogna dunque per questo nascondersi sotto il nome di altre società. Le loggie inferiori della framassoneria, frattanto, sono il mantello più adeguato al nostro gran fine (das schickliche kleid für unsere höhere zwecke), perché il mondo è già accostumato a non aspettar niente di grande e che meriti attenzione da parte dei framassoni. Il nome d'una società letteraria è ancora una maschera molto adatta per le nostre prime classi. Grazie a questa maschera, quando si viene a sapere qualche cosa delle nostre assemblee, noi non dobbiamo dire che ci raduniamo in segreto, parte per dar maggior attrattiva ed interesse alla cosa, parte per non ammettere tutti, a fine di schermirsi contro i critici ed i gelosi; oppure anche per nascondere la deficienza d'una istituzione ancora tutta nei suoi primordii.

È importantissimo per noi lo studiare la costituzione delle altre società segrete e di dividerle. Bisogna anche, quando lo si possa colla permissione dei Superiori, farsi ricevere in queste società, senza però sopraccaricarsi d'impegni. Ma per questo pure, è bene che il nostro Ordine resti nel segreto.

Gli alti gradi devono sempre essere sconosciuti ai gradi inferiori. Si ricevono più volentieri gli ordini d'uno sconosciuto che quelli d'uomini nei quali si riconosce a poco a poco ogni sorta di difetti. Con questo espediente si può meglio osservare i suoi inferiori. Questi stanno più guardinghi sulla loro condotta, quando si credono circondali da gente che li osserva; la loro virtù dapprima è sforzata, ma l'esercizio la cambia in abitudine.

Non perdiamo mai di mira le Scuole militari, le Accademie, le Stamperie, le Librerie, i Capitoli delle Cattedrali, gli stabilimenti qualunque sieno i quali influiscono sull'educazione e sul governo. Che i nostri Reggenti sieno incessantemente occupati a formare dei piani, a inventare il modo a cui appigliarsi per rendersi padroni di tutti questi stabilimenti. (Militär-schulen, Academien, Buch-druckereyen, Buch-läden, Dom-capitel, und alles was ein einfluss auf bildung und regierung hat, muss nie aus den augen gelassen werden; und die Regenten sollen unaufhörlich plane entwerfen, wie man es anfangen könne, über dieselben gewalt zu bekommen).

In generale ed indipendentemente dall'impiego che loro è confidato, la gran mira dei nostri Reggenti sarà lo studio costante, abituale di tutto ciò che aiuterebbe la perfezione e la potenza del nostro Ordine affinché esso divenga per tutti i secoli il più perfetto modello di governo di cui gli uomini possano avere l'idea".

“E’ bene talvolta far sospettare ai vostri inferiori, senza però dir loro quello che è, che tutte queste altre società e quella dei framassoni sono segretamente dirette da noi; ovvero ciò che è realmente vero in alcuni luoghi, che i grandi monarchi sono guidati dal nostro Ordine. Quando avviene qualche cosa di grande, di considerevole, bisogna altresì far credere che ciò è dovuto a noi. Se si trova un uomo di grande riputazione per il suo merito, fate ancor credere che egli è dei nostri”>.


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