top of page

L'esoterismo cristiano (parte 2)

La chiave di lettura esoterica del Cristianesimo trova però un ostacolo ben maggiore rispetto alla perduta tradizione esoterica autentica, poiché la tradizione popolare, anche se svuotata dei veri significati, e le memorie scritte e artistico-architettoniche hanno preservato in qualche modo il linguaggio allegorico-simbolico di questo aspetto del Cristianesmo, ancora leggibile ai nostri giorni per chi ne abbia le capacità. Ma l’impedimento maggiore per questo tipo di ricerca è in realtà un aspetto fondamentale: la mancanza di una vera e propria “lingua sacra” cristiana. Tutte le tradizioni antiche a cui le religioni conosciute sono collegate hanno una particolare lingua sacra in cui sono state scritte per la prima volta e in cui rimangono possibili tutti i gradi di lettura, anche quelli più nascosti. L’Antico Testamento è scritto in ebraico antico e questa è effettivamente per gli ebrei una lingua sacra, anche se di quasi impossibile accesso per un cristiano, dato che il suo studio è una prerogativa cabalistica.


Il Nuovo Testamento invece non ha alcun riferimento linguistico preciso, poiché ognuno degli evangelisti ha preso una strada diversa, anche se gli scritti più antichi a noi pervenuti sono in greco. Come detto il Vangelo sopperisce in parte a questa mancanza poiché è pieno di parabole, cioè di racconti in chiave allegorico-simbolica che possono mantenere più chiavi di lettura anche se tradotti in lingue diverse. Non è comunque la stessa cosa di avere una lingua in cui ogni singola parola possa assumere significati e simbologie autonome e anche un carattere numerologico come avviene in tutte le lingue sacre. Sia ben chiaro, il simbolismo numerologico esiste anche nel Nuovo Testamento, sempre in forma più o meno esplicita, anche se quasi presupponendo una preesistente erudizione di fondo per la completa comprensione, per esempio: <Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei> [Apocalisse 13-18], oppure <Qui occorre una mente che abbia intelligenza. Le sette teste sono sette monti sui quali la donna siede. Sono anche sette re> [Apocalisse 17-9].


Un conto però è parlare del messaggio cristiano originario e un altro è della religione cristiana che ne è derivata. Questa ha dovuto necessariamente innestarsi in un particolare tessuto culturale profondamente ostile ed è quindi in qualche modo sceso a compromessi con le tradizioni vigenti. Non vi era stata infatti alcuna difficoltà alla permeazione della cultura greca in quella romana, di cui si può anche approssimare al contrario una diretta discendenza. In generale tutte le culture locali esistenti nei territori conquistati dai romani hanno goduto di una particolare tolleranza da parte dei cesari, intenti più che altro ad assecondare il volere del popolo pur di allargare i loro confini. Questo non avvenne però con la corrente cristiana, perseguitata sin da subito sia dalla fazione giudaica farisaica che dal potere centrale di Roma. Però mentre per i farisei la questione cristiana si poneva su un piano dottrinale, per cui era considerata una eresia inaccettabile, per i romani più che altro c’era un’ottica più pragmatica tesa a contrastare il cristianesimo come una corrente reazionaria che poteva minacciare la stabilità politica. In realtà proprio la potenza imperiale romana così ostile inizialmente al cristianesimo è diventata il maggior punto di forza per il suo successivo successo. Infatti mai c’era stata prima nella storia (e neanche dopo) una unificazione di tutti i paesi del mediterraneo e limitrofi sotto un’unica bandiera, mai come in questo momento le distanze erano diventate così brevi per merito degli enormi investimenti romani in infrastrutture civili (principalmente viarie) e mai vi era stata una simultanea decadenza delle tradizioni religiose (e soprattutto spirituale) delle antiche civiltà mediterranee dovute proprio al pragmatico sincretismo ideologico che si era affermato a Roma teso a conservare sì le tradizioni, ma allo stesso tempo a svuotarle dei loro significati.


È curioso comunque notare come la religione cristiana era considerata inizialmente dall’islam come una “tariqah”, cioè come iniziatica, cosa che in effetti agli esordi effettivamente era, anche se solo per evitare la repressione (quindi per questioni politiche e non dottrinali), invece che essere considerata “shariyah”, cioè una legislazione di tipo sociale rivolta a tutti. A riguardo di questo bisogna però specificare che questa valutazione riguardava un particolare aspetto comune a tutte le grandi religioni antiche, cioè la presenza di una parte “legale”, o comunque un insieme di leggi che potesse fungere da ordinamento sociale, che era eccezionalmente assente nel cristianesimo originario, desunta solo in un secondo momento dal diritto canonico romano.


Al contrario del punto di vista islamico, la mancanza di leggi all’interno della dottrina cristiana è invece un punto a favore della sua originaria incompatibilità con l’esoterismo, in quanto queste regolamentazioni avevano proprio lo scopo di semplificare alle masse il pensiero religioso, quindi sottintendendo allo stesso tempo che vi fosse una conoscenza superiore. La religione cristiana nasce invece come superamento di queste distinzioni, già edulcorata a tal punto da poter essere capita anche dai più umili e incolti, pur mantenendo intatte la complessità delle implicazioni. Quel “Date a Cesare quel che è di Cesare” può significare anche che l’ordine esteriore non è oggetto del Cristianesimo e che la strada proposta è prevalentemente spirituale. Allo stesso tempo così facile da capire, ma così difficile da mettere in pratica che gli stessi cristiani, spiazzati proprio dalla mancanza di questa regolamentazione presente in ogni altra religione, finirono per ricondurre la propria regola morale e sociale nuovamente ai dieci comandamenti dell’Antico Testamento, quindi praticamente ignorando la differenza tra giudaismo e cristianesimo. Ed in fondo, se si chiede ad un cristiano cosa lo distingua da un ebreo (inteso come di religione ebraica), nella maggior parte dei casi non si avrà alcuna risposta, semplicemente è una domanda che non si è mai posto. Questo aspetto ha accompagnato tutta la storia del cristianesimo e ha trovato il suo sfogo finale nel moralismo protestante, che al contrario ha ridotto la religione cristiana a semplice regolamentazione.


La definitiva affermazione del cristianesimo è avvenuta solo sotto l’impero di Flavio Valerio Aurelio Costantino (274-337) e tra l’altro per suo fondamentale contributo in prima persona, motivo per cui è considerato santo “simile agli apostoli” dalle chiese cristiane mediorientali. Per tre lunghi secoli quindi, quelli cruciali in cui il cristianesimo ha assunto una connotazione religiosa, questo ha vissuto nell’ombra come una setta e vessato da continue persecuzioni.Questa condizione, che come detto era per lo più derivante da una logica politica, si aggiungeva alla oggettiva difficoltà nel far penetrare un messaggio così innovativo e rivoluzionario per l’epoca. Una delle ipotesi più plausibili è che l’esoterismo cristiano sia nato proprio in questo momento, cioè con l’intento di creare una opportuna gradualità per l’evangelizzazione delle masse così lontane da questo tipo di spiritualità, giudei inclusi. Lo stesso San Paolo allora scriveva: <A tale riguardo noi avremmo da dire molte cose, ma son difficili a spiegarsi, perché voi siete diventati lenti a comprendere.... tanto che siete ridotti ad aver bisogno di latte e non di solido cibo> [Ebrei, V, 11-12].


In definitiva, secondo questa ipotesi, si era venuta a creare una graduale segregazione tra gli aspetti della cultura cristiana che potevano essere tranquillamente diffusi e quelli più complessi o più aulici conservati da pochi intelletti in attesa di poter essere rivelate alle masse. Di conseguenza la parte “interiore” di questa dottrina, per definizione, non poteva che essere considerata esoterica. Questa diversificazione in realtà non si ricongiunse mai, poiché la Chiesa cosiddetta “exoterica” (“esteriore”) o ortodossa intraprese presto il suo cammino verso il potere temporale allontanando il baricentro delle sue attenzioni dai suoi aspetti più spirituali. Nonostante questo nel medioevo i grandi dotti della Chiesa dimostrarono di aver sapientemente recepito gli aspetti più aulici del cristianesimo e si espressero spesso usando allegorie e simboli di chiara natura esoterica e lo stesso accadde all’arte e all’architettura sacra. Era anche il momento della diffusione di particolari ordini religiosi o cavallereschi, profondamente ispirati all’esoterismo cristiano che pareva poter prendere il sopravvento.


Vi fu però una brusca inversione di tendenza nel XIII secolo che si apre con le crociate contro i catari, le prime indette contro sedicenti cristiani, e si conclude con la dissoluzione dell’Ordine dei templari. Indipendentemente dal fatto che queste correnti fossero o meno rimaste fedeli al messaggio cristiano originario, questi eventi repressivi cominciarono a stabilire il concetto secondo il quale l’esoterismo in sé, in qualsiasi sua forma, dovesse essere considerato un eresia da parte dei cristiani. Per questo motivo la chiave di lettura esoterica rimase ancora estranea alla tradizione popolare, a maggior ragione per il fatto che l’esoterismo in genere, anche per opera della Chiesa stessa, divenne gradualmente prerogativa dell’occultismo che si stava affermando, per cui si è andata ad affermare la sua percezione come eretica.


Nel XVIII secolo, ai tempi dell’affermazione della massoneria, si venne probabilmente a determinare una definitiva rottura tra la Chiesa exoterica e gli sparuti eredi di quella esoterica, ormai costretti al segreto. La lotta interna tra queste due fazioni cristiane ha quindi agevolato indirettamente l’opera di distruzione della Chiesa stessa da parte dell’occultismo anticlericale, con massoni e teosofisti in prima linea. Ufficialmente però non si è però mai giunti alla condanna dell’esoterismo da parte della Chiesa exoterica, anche perché quest’ultima dovrebbe così rinnegare gran parte dei suoi più illustri teologi medievali, ordini monastici, ordini cavallereschi, costruttori di cattedrali e persino personaggi che sono tutt’ora considerati santi e beati.


Con l’avvento dell’era occultistica moderna, la rivisitazione storica dell’esoterismo cristiano ha portato ad associarlo impropriamente a dottrine ad esso estranee, tra queste in particolare quella degli esseni e il cosiddetto ermetismo cristiano. Secondo certe teorie infatti perfino Gesù Cristo, con i due San Giovanni, Battista ed Evangelista, sarebbero stati esseni. L’essenismo è in realtà mal conosciuto e se vogliamo poteva costituire al massimo una frangia esoterica per il giudaismo, anche se più probabilmente era solo mistica, ma in ogni caso non vi sono in realtà prove o collegamenti che possano giustificarlo come origine del cristianesimo. Il concetto di ermetismo cristiano è invece frutto di una speculazione ideologica tardiva, adottata in ambienti rosicruciani e massonici, che ha voluto individuare nell’ermetismo una sorta di prefigurazione della rivelazione cristiana. Questo in ogni modo non dovrebbe appartenere all’ambito dell’esoterismo cristiano poiché l’ermetismo cristiano attiene principalmente ai “piccoli misteri” e sottintende la pratica exoterica.


Discorso a parte invece per lo gnosticismo cristiano. Nato teoricamente ad Alessandria d’Egitto, si è diffuso in tutto il mondo cristiano nel II e III secolo e ha avuto enormi conseguenze non solo nella religione cristiana che allora si stava formando, ma anche in generale nel filone esoterico giunto ai nostri giorni. Anche se in forte contrasto con l’ortodossia cristiana, per esempio sulla questione della resurrezione della carne (per lo gnosticismo era invece solo una manifestazione non corporea), senza dubbio questa dottrina influenzò molto l’esoterismo cristiano, a tal punto che può essere considerata come sua principale fonte esogena. Lo gnosticismo cristiano (che forse sarebbe più opportuno chiamare “cristico”) è una particolare derivazione dello gnosticismo, cioè quella dottrina esoterica che vuole appunto la “gnósis” (“conoscenza”) come unico mezzo per raggiungere la Salvezza che coincide con la ricerca della Verità, mentre per il cristianesimo il tramite è la Fede ed è necessaria comunque la Grazia divina. Secondo Guénon bisogna però non fare confusione col fatto che <l’importanza data alla «conoscenza» non è una speciale caratteristica dello «gnosticismo», ma è un carattere comune a tutti gli insegnamenti iniziatici, al di là della forma che essi possano assumere; la conoscenza è sempre lo scopo unico, e tutto il resto è solo un mezzo per pervenire ad essa. Bisogna guardarsi bene dal confondere «Gnosi», che significa «conoscenza», con «gnosticismo», nonostante quest’ultimo termine derivi evidentemente dal primo; d’altronde la denominazione di «gnosticismo» è assai vaga, ed in effetti sembra che sia applicata indistintamente a delle cose molto diverse>. Lo gnosticismo nella sua deviazione “cristiana” professa inoltre una singolare scissione tra il Dio dell’Antico Testamento, Eone malvagio equiparato a Satana e al Demiurgo, contrapposto a quello del Nuovo Testamento, considerato l’Eone buono. Nessuno dei due quindi corrisponderebbe al cosiddetto Dio primo (o l’Uno, o la Monade), ma sarebbero entrambi sue emanazioni, dette appunto “Eoni”, cioè “generazioni” e non “creazioni” divine (attributi che la Chiesa Cattolica per esempio attribuisce a Gesù Cristo). Come pure Eoni sarebbero lo stesso Cristo e Sophia (versione gnostica dello Spirito Santo), incarnati in Gesù e Maria Maddalena. Lo gnosticismo cristiano ha inoltre una concezione “docetica” cristica che considera la sofferenza di Gesù Cristo non come reale ma solo come apparente, anche questo in pieno contrasto con il cristianesimo.


La tradizione vuole che l’ascetismo generalmente associato a queste correnti gnostiche sia poi divenuto anche patrimonio cristiano, cosa che però contraddice con l’importanza quasi esclusiva che nello gnosticismo è data dalla conoscenza, concezione totalmente estranea al misticismo. Bisogna considerare inoltre che l’esoterismo e il misticismo sono due cose completamente differenti e al massimo possono essere complementari. Come dice Guénon <è proprio la falsa assimilazione delle dottrine esoteriche al misticismo, il quale è relativo al dominio religioso, che conduce fino a porre sullo stesso piano esoterismo ed exoterismo, ed a volerli come in opposizione>.


Tra le molteplici influenze che ha subito dalle culture mediorientali la tradizione cristiana, quindi non solo la sua parte esoterica, si ricorda in particolare un altro apporto significativo che riguarda il culto mariano. La Madonna evangelica (ma anche Maria Maddalena) ha assunto nel corso della storia connotazioni simili a quelle che i sufi attribuivano alla Sophia, cioè la Sapienza divina, l’intelletto attivo, il “raggio celeste” (cioè il legame diretto tra Dio e l’uomo), tutti aspetti del principio divino femminile. Questo medesimo concetto lo ritroviamo analogamente anche nella Shakti indù o nella Shekinah ebraica ed è in questo caso una corrente iniziatica spesso mascherata da mistica.


Non è comunque l'intento di questo articolo lo sviscerare tutta la storia dell'esoterismo cristiano, ma solamente di cercare di chiarirne l'esistenza, dare un'idea della sua importanza storica e accennare alcune controverse problematiche storiche, per il resto si rimanda a futuri post.


by ActualProof (appuntidiviaggio)



bottom of page