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L'esoterismo cristiano (parte 1)

Il termine greco “esoterico” (εσωτερικός) nasce storicamente in riferimento delle lezioni private che Aristotele svolgeva nella sua scuola peripatetica (differenziate da quelle pubbliche “essoteriche”, cioè esteriori) e indica letteralmente la “natura interiore”, cioè la conoscenza più profonda. Successivamente per “esoterismo” si è intesa genericamente ogni ricerca sapienziale che aveva come obiettivo l’ottenimento di una verità iniziatica di ordine superiore sulla più intima natura delle cose e dell’uomo stesso. Se il termine “esoterismo” nasce nella cultura greca, la concezione dell’esoterismo è però preesistente al mondo ellenistico e si può ricondurre fin alle più antiche tradizioni, oltre a divenire un concetto generico applicabile anche ad una qualsiasi religione successiva.


In generale è proprio la concezione di “dottrina rivelata” che impone un’esistenza di una molteplicità di livelli di consapevolezza, poiché se questa vuole cogliere la complessità della verità divina, sovrumana, tenderà inevitabilmente a limiti dell’intelletto umano, che non potranno essere percepibili se non che da pochi eletti. Per questo motivo la storia di tutte le grandi tradizioni antiche ha corso quindi su due binari paralleli, uno essoterico-tradizionale-popolare e l’altro esoterico.


Questo vale per tutte le più antiche tradizioni, ma si può dire lo stesso anche per il Cristianesimo? In altre parole può la religione per eccellenza dell’uguaglianza e dell’amore universale essere compatibile con una concezione elitaria della rivelazione divina? In definitiva, si può parlare di un “esoterismo cristiano”?


La risposta alle prime due domande non è assolutamente scontata, mentre lo è invece l’ultima, dato che l’esistenza di un esoterismo cristiano nella storia è indubbia e testimoniata in vario modo dalle più alte espressioni religiose cristiane soprattutto nel medioevo, come per esempio dal beato Gioacchino da Fiore (per altro mai rinnegato dalla Chiesa).


Questa storica corrente culturale però appare a prima vista senza capo né coda, poiché ne sono incerte sia le origini, che la presunta fine. Bisognerebbe quindi cercare di capire prima di tutto se questo esoterismo cristiano sia nato col cristianesimo stesso, quindi sia autenticamente cristiano, o se invece sia stato una concezione postuma frutto di influenze esterne. L’aspetto paradossale è che la ricostruzione della genesi dell’esoterismo cristiano appare comunque meno impervia di quella storica delle origini del cristianesimo tradizionale, poiché il simbolismo, che è il linguaggio dell’esoterismo, ha la capacità di passare indenne attraverso la tradizione seppur svuotato dei suoi significati reconditi, mentre gli antichi testi cristiani sono stati oggetto di diverse revisioni, traduzioni, interpretazioni e censure come per quelli apocrifi.


Se analizziamo il messaggio cristiano evangelico e cerchiamo di contestualizzarlo nel periodo storico ci possono sorgere però molte perplessità sulla possibilità che questo nasconda intenzionalmente gradi di lettura superiore. L’innovazione e lo vero spirito rivoluzionario del cristianesimo, rispetto a tutte le altre religioni allora esistenti, è infatti il concetto di Dio che non solo riduce la distanza con l’uomo, ma diventa esso stesso uomo. Un Dio che considera tutti gli uomini come suoi figli e questi tra di loro fratelli, che non conosce caste, razze o privilegi, un “Dio-Amore” che porta il messaggio di “ama il prossimo tuo come te stesso”.


Un altro aspetto altamente significativo è che Gesù Cristo si rivolge preferibilmente agli “ultimi” e a questi dedica i suoi insegnamenti, volutamente semplificati attraverso un ricorrente uso di “parabole”, che hanno valore simbolico ma con chiaro intento esplicativo, cioè l’esatto contrario della concezione esoterica presente in tutte le altre religioni. Il simbolismo presente nelle parabole è infatti sempre attinente alla quotidianità della gente comune e non alle più antiche tradizioni extra cristiane. Se vogliamo la rivoluzione della nuova rivelazione di Gesù Cristo è di per sé proprio una sorta di restituzione ai comuni fedeli degli aspetti più aulici della natura divina, generalmente non compresi (o comprensibili) dalle masse, che erano comunque racchiusi in un Antico Testamento che Gesù Cristo in realtà non sconfessa mai, ma che fino a quel momento era stato interpretato da un punto di vista più materialistico.


La questione rimane comunque incerta sotto il profilo terminologico, in quanto questo intento esplicativo, divulgativo e semplificativo della profonda natura umana e divina del messaggio cristiano e il suo carattere esplicitamente universale, si potrebbe considerare in effetti esoterico come da definizione originaria del termine, mentre deve essere considerato al contrario anti-esoterico se consideriamo invece l’esoterismo come una conoscenza superiore iniziatica ed elitaria, non accessibile alle masse.


A questo punto bisogna però chiarirsi su cosa si intenda appunto quando si parla di “esoterismo cristiano”, dato che la sua definizione non è univoca. Per rendere l’idea della questione si propone il punto di vista di René Guénon, uno dei massimi fautori di una ideale riconciliazione tra la Chiesa essoterica e quella esoterica in tempi moderni, anche se in realtà la sua opera è finalizzata più probabilmente ad una “sintesi” più universale che consideri tutte le grandi tradizioni a noi pervenute. Da “I Simboli della Scienza Sacra”: <anzitutto, si noti bene che diciamo «esoterismo cristiano» e non «cristianesimo esoterico»; non si tratta infatti di una forma speciale di cristianesimo, si tratta del lato «interiore» della tradizione cristiana; ed è facile capire che vi è in questo più di una semplice sfumatura. Inoltre, quando v'è modo di distinguere in una forma tradizionale due facce, una exoterica e l'altra esoterica, deve restare inteso che esse non si riferiscono allo stesso ambito, come d'altra parte non può esserci fra di loro né conflitto né opposizione di sorta; in particolare, quando l'exoterismo assume il carattere specificamente religioso, come nel nostro caso, l'esoterismo corrispondente, pur stabilendovi la sua base e il suo supporto, non ha in se stesso niente a che vedere con l'ambito religioso e si situa in un ordine totalmente diverso. Ne consegue immediatamente che quest'esoterismo non può in alcun caso essere rappresentato da «Chiese» o da «sette» qualsiasi, che, per definizione, sono sempre religiose e dunque exoteriche. […] Certe “sette” sono potute nascere da una confusione tra i due ambiti, e da una erronea «esteriorizzazione» di dati esoterici mal compresi e male applicati; ma le vere organizzazioni iniziatiche, che si mantengono strettamente sul loro proprio terreno, rimangono per forza estranee a tali deviazioni, e la loro stessa «regolarità» le costringe a riconoscere soltanto ciò che presenta un carattere d'ortodossia, fosse pure nell'ordine exoterico. […] Stando così le cose, alcune apparenti difficoltà risultano subito risolte, o, per meglio dire, ci si accorge che non sussistono affatto: così, non c'è motivo di chiedersi quale possa essere, in rapporto all'ortodossia cristiana intesa nel senso consueto, la posizione di una linea di trasmissione al di fuori della «successione apostolica», come quella in questione in alcune versioni della leggenda del Graal; se si tratta di una gerarchia iniziatica, la gerarchia religiosa non potrebbe in alcun modo esser toccata dalla sua esistenza, che d'altronde essa non deve conoscere «ufficialmente», se così si può dire, poiché essa stessa esercita una giurisdizione legittima soltanto nell'ambito exoterico. Parimenti, quando si tratta di una formula segreta in relazione con determinati riti, vi è una singolare ingenuità, diciamolo francamente, a chiedersi se la perdita o l'omissione di questa formula rischi di invalidare la celebrazione stessa della messa; la messa, in sé, è un rito religioso, e quello invece è un rito iniziatico; ciascuno vale nel suo ordine, e, anche se entrambi hanno in comune un, carattere “eucaristico”, questo non cambia nulla a tale distinzione essenziale, come il fatto che uno stesso simbolo possa essere interpretato a un tempo dai due punti di vista exoterico ed esoterico, non impedisce che essi siano interamente distinti e si riferiscano ad ambiti totalmente diversi; quali che possano essere talora le somiglianze esteriori, che si spiegano d'altronde con determinate corrispondenze, la portata e lo scopo dei riti iniziatici sono del tutto diversi da quelli dei riti religiosi. […] Si tratta sempre del medesimo ritrarsi dall'esterno verso l'interno, in rapporto allo stato del mondo a una determinata epoca, o, per parlare più esattamente, di quella porzione del mondo che è in relazione con la forma tradizionale considerata; questo ritrarsi d'altronde si applica solo al lato esoterico della tradizione, essendo rimasto il lato exoterico, nel caso del cristianesimo, apparentemente inalterato; ma è proprio dal lato esoterico che sono stabiliti e mantenuti i legami effettivi e coscienti con il Centro supremo. Qualcosa ne deve sussistere ugualmente, ma in modo per così dire invisibile, abbastanza perché questa forma tradizionale rimanga viva; se fosse altrimenti, ciò equivarrebbe a dire che lo «spirito» se n'è ritirato completamente e resta soltanto un corpo morto>.


Ciò che è più difficile da spiegare magari è il fatto che questo tipo di esoterismo cristiano in realtà conteneva elementi non del tutto nuovi, ma presenti seppur in forma diversa anche in altre antiche tradizioni esoteriche precedenti, motivo per cui l’ipotesi di una sua natura esogena rimane la più plausibile. D’altronde lo stesso giudaismo aveva (ed ha ancora) una predominante parte esoterica, la Qabbalah, tra l’altro senza dubbio la più complessa fra tutte le tradizioni di questo tipo, per cui in realtà dovrebbe essere abbastanza naturale aspettarsi che anche il cristianesimo non solo abbia generato un suo esoterismo, ma che questo si sia ricollegato a quello ebraico, analogamente a come ne ha ereditato tutto l’Antico Testamento. In effetti, cosa che però vedremo meglio in seguito, il filo conduttore principale dell’esoterismo cristiano, cioè quello che è rimasto più visibile in tutta la sua storia, è proprio il culto giudaico della linea di sangue regale davidica, esemplificato dalla cosiddetta “Radix Davidis”, che poi (attraverso anche le varie Cours d’Amour provenzali o per esempio i Fidelis in Amor stilnovisti) ha posto le basi del rosicrucianesimo, successivamente confluito a sua volta nella massoneria ed infine deviato nell’occultismo moderno.


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